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NIGHT´S LIGHT, BODY AND TURTLE

MAURO ZANCHI 2021


The paintings of the series, I, like (many of) you evoke possibilities of going beyond the first semblance of vision. Artistic vision is a threshold to cross over both forward and backward, towards the zenith and towards the chthonic world. Naturally, I am referring to an ecstatic experience, which is not just an imaginative projection but something capable of transforming perspective and the direction of thought. It is something belonging to the field of multisensoriality, to the polysemy of feeling. In going beyond, the potential of perception extends: one begins from an almost cosmic shift, from a vacuum enriched with chemistry, and begins from a transparent bed where anything can happen. Giuseppe Gonella begins with a darkness, one that includes fear, such as a journey on foot in a night full of noises and pitfalls. He begins with a black background, reflecting as little light as possible. This darkness provides a clean slate from which to begin again, to bring new appearances into the world. In this blackness, which exists in the first degree of the Great Work, one works with secret fire, making the luminous glows of the albedo appear. In “Night's light, body and turtle” (2021) and “Road not taken” (2020), the human body is immersed in a psychedelic space, where the encounter between figure and abstraction suggests the connections of transcurrence known to quantum physics, where past, present and future can coincide in the perception of a more extended instant. Each ever-present image continues its process of metamorphosis in the flow of becoming. In this dimension, colors are meant to be enjoyed and interpreted as a separate language, that of visionary seers, who transmit their perceptions of reality in a dreamlike way. Then, even the figurations take over. Yet, at the same time, the artist resumes the landscape within an ultra-thin advance, as through a digital space, where images form through processual passages, with various media, at different times, with multiple points of view. In his experiential paintings, nature is sucked up in the same kind of way a smartphone will buffer. In Night's light body and turtle, there is the figure of a material born through accident and incidence. A girl is walking towards the viewer (in Copenhagen). The setting is nocturnal. The work took shape while it was snowing outside. And the continuous descent of white flakes from heaven to earth simultaneously induced a dripping on the painting, as in a visionary state of ecstasy.

Giuseppe Gonella's confrontation with the endless stream of everyday existence enters into a diegetic relationship through investigation of the pictorial medium. The artist offers his investigation into the danger of lucidity. The answer is a powerful slap, as it has been rendered in multiple versions through the works "I, love (many of) you" and "The slap". In that powerful slap, a contortion of the body is represented, of a body that speaks of painting. But clearly this hand does not clash only with pictorial research. The image that the painter wants to represent has a much deeper core than the one that is made visible in that act of the slap. The artist reveals himself, for the first time, with a personality and transparency that become more evident than in previous times. It is perhaps a guide that does not represent the painter or an alter ego, but goes beyond autobiographical connotations, to evoke forces and issues that are more universal . The universality of the images is an important aspect and a conflict is created there, because in the universal there is a vulnerability, especially in the comparison of the artist to the other people he owes something, in the beacon that directs his research.

During the period of isolation due to Covid-19, Gonella, in his studio, imagined the comparison with figures of masters of the past, like a supertemporal trip. And the beloved artists appeared, as if they came to make a studio visit. The pinhole (in which visions of the past have passed) aspires to produce a fantasized image and to project it backwards into the artist's consciousness: Gonella evokes something similar to Courbet's Atelier; the transposition of a symposium with past masters that has not happened before, within a re-enactment that is not only dreamlike but also open to creative flashes, handover and potential development of intuitions. Little by little, whispers of images are formed, figures from the past that overlap with those of contemporary colleagues or friends, allegories of various interpretative declinations. The materialization of a failed dialogue has triggered new shifts. From here, the pictorial delirium has extended its connections and links to meaning. The set of figures has become an image full of dreams, fears, mysterious landscapes and irruptions of color, where the auras of the admired and loved painters shimmer. And now, again, everything is being called into question, awaiting new negotiations with what we call “truth”.

Translated by Dana (O.H.T)


I dipinti della serie I, like (many of) you evocano alcune possibilità di andare al di là della prima apparenza della visione. La visionarietà è una soglia da oltrepassare, al contempo sia in avanti sia all’indietro, verso lo zenit e in direzione del mondo ctonio. Ovviamente mi riferisco a una esperienza estatica, che non è solo una proiezione fantasiosa ma qualcosa che è in grado di trasformare il punto di vista e la direzione del pensiero. È qualcosa che appartiene al campo della multisensorialità, alla polisemia del sentire. In quell’andare oltre si estendono le potenzialità della percezione: qualcuno parte da uno spostamento quasi cosmico, da un vuoto arricchito di chimica, e qualcun altro da un letto trasparente dove ogni cosa può accadere. Giuseppe Gonella parte da una oscurità, in cui è compresa anche la paura, come in un viaggio a piedi nella notte densa di rumori e di insidie. Parte da un fondo nero, che tenta di riflettere meno luce possibile. Questo nero è una sorta di tabula rasa da cui ricominciare per mettere al mondo nuove apparizioni. In questa nerezza, che sta al primo grado della Grande Opera, si opera col fuoco segreto, per far apparire i bagliori luminosi dell’albedo. In Nightlights Body and Turtles (2011), Road no taken (2020) e Himmel oder Hölle (2021), il corpo umano è immerso in uno spazio psichedelico, dove l’incontro tra figura e astrazione rimanda a qualcosa che appartiene alle connessioni della trascorrenza secondo la fisica quantistica, dove il passato, il presente e il futuro possono coincidere nella percezione di un istante più esteso. Ogni immagine sempre presente continua il suo processo di metamorfosi nel flusso del divenire. In questa dimensione i colori sono da fruire e interpretare come un linguaggio a parte, quello dei veggenti visionari, che trasmettono per via onirica le loro percezioni del reale. Poi arrembano anche le figurazioni. Ma allo stesso tempo l’artista riprende il paesaggio dentro uno sfondamento ultrasottile, come attraverso uno spazio digitale, dove le immagini prendono corpo attraverso passaggi processuali, con vari media, in diversi tempi, con più punti di vista. Nei suoi dipinti esperienziali, la natura viene risucchiata come nel buffering dello smartphone. In Nightlights Body and Turtles c’è la figura di una materia nata attraverso l’incidente e l’incidenza. Una ragazza sta camminando verso lo spettatore (a Copenaghen). L’ambientazione è notturna. L’opera ha preso corpo mentre fuori nevicava. E quel continuo calare dal cielo alla terra dei fiocchi bianchi ha indotto nello stesso tempo un dripping sul dipinto, come in uno stato visionario d’estasi.

Il corpo a corpo di Giuseppe Gonella con lo stillicidio dell’esistenza quotidiana entra in rapporto diegetico con l’indagine attraverso il medium pittorico. L’artista offre la sua indagine al pericolo della lucidità. La risposta è uno schiaffo potente, così come è stato reso in più versioni attraverso le opere I, love (many of) you e The slap. In quello schiaffo così potente è rappresentata una contusione del corpo, di un corpo che parla di pittura. Ma evidentemente questa mano non si scontra solo con la ricerca pittorica. L’immagine che vuole rappresentare il pittore ha una chiave ben più profonda rispetto a quello che viene reso visibile in quell’atto dello schiaffo. L’artista si rivela per la prima volta con una personalità e trasparenza che diventano più evidenti rispetto a tempi precedenti. È forse una guida che non rappresenta il pittore o un alter ego, ma vuole andare oltre le connotazioni autobiografiche, per evocare forze e questioni più universali. L’universalità delle immagini è un aspetto importante e lì si crea un conflitto, perché nell’universale si è vulnerabili, soprattutto nel confronto dell’artista con altre personalità a cui deve qualcosa, alla luce di dove si sta dirigendo la ricerca.

Durante il periodo di isolamento a causa del covid19, Gonella nel suo studio ha immaginato il confronto con figure di maestri del passato, come in un trip ultratemporale. E gli artisti prediletti sono apparsi, come se giungessero per fare uno studio visit. Il foro stenopeico (in cui sono passate visioni del passato) aspira una immagine fantasticata e la proietta al contrario nella coscienza dell’artista: Gonella evoca qualcosa di simile all’Atelier di Courbet, la trasposizione di un simposio con i maestri del passato che non è mai avvenuto, entro una rievocazione che non è solo onirica ma anche apertura verso possibili bagliori creativi, passaggi di consegne e di possibili sviluppi di intuizioni. Poco alla volta vengono a formarsi bisbigli di immagini, figure del passato che si sovrappongono a quelle dei colleghi contemporanei o di amici, allegorie dalle varie declinazioni interpretative. La materializzazione di un dialogo mancato ha innescato nuove derive. Da qui il delirio pittorico ha esteso le sue connessioni e i collegamenti di senso. L’insieme delle figure è diventata un’immagine densa di sogni, di paure, di paesaggi misteriosi, di irruzioni coloristiche dove baluginano le aure di tutti i pittori ammirati e amati. E ora, di nuovo, tutto viene rimesso in discussione, in attesa di nuove negoziazioni con ciò che viene chiamato col termine “verità”.


‘Night´s light, body and turtle’ originally was written on the occasion of the exhibition ‘Night´s light, body and turtle’, Artemis Gallery, Lisbon, PT. Copyright © 2021 Mauro Zanchi


MAURO ZANCHI- A BIOGRAPHY

Mauro Zanchi his is professor, art critic, curator and director of museo temporaneo BACO (Base Arte Contemporanea Odierna ) in Bergamo (IT) since 2011. He wrote many Art Essay and critics with various publish companies and art magazines;  Among others Giunti, Silvana Editoriale, Electa, Mousse, CURA, Skinnerboox, Moretti & Vitali e Corriere della Sera. He writes for Art e Dossier, Doppiozero, Atpdiary e La balena bianca.